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È successo davvero?



Venerdì 14 giugno, presso il Centro Educativo “La Contea”, tante famiglie e ragazzi hanno partecipato alla serata dal titolo “È successo davvero?” organizzata dall’Associazione San Giovanni Paolo II, titolare del giornale mensile “Vivere e non vivacchiare”.      

Il momento attuale è purtroppo segnato dal culto dell'apparire, che attribuisce una grande importanza alla fama, al denaro, al mostrarsi sicuri di sé e capaci in ogni situazione. Questa è l'immagine con cui si presentano a noi i volti ben noti degli uomini e delle donne di successo. L' inseguimento affannoso e poi il raggiungimento di uno status prestigioso, è un'esperienza sicuramente abbagliante fino allo stordimento. Tuttavia, una volta raggiunto il successo alcuni di loro sperimentano tristemente l'assenza di una vera, autentica soddisfazione.  Quello del successo e del potere è spesso un ambiente senza autentiche relazioni umane, dove ciò che conta sono la brama, la volontà di possesso e di sopraffazione sull’altro, il bisogno di mettersi in mostra fino all’oscenità, alla trasgressione o alla provocazione fine a sé stessa.

Ci vuole forza per ribellarsi al meccanismo livellatore che rende tutti un po' schiavi di miti collettivi. Qualcuno ce l'ha fatta, qualcuno no. Ci vuole coraggio a lasciarsi interrogare, magari anche ferire da un salutare imprevisto e incontrare il senso autentico della vita in cui si trova la piena felicità. Qualcuno ce l'ha fatta, qualcuno no.


Ecco qui di seguito una testimonianza su questa interessante serata:

 

Ieri 14 giugno è iniziata la festa con una bella carrellata di storie di vita della redazione del giornalino Vivere e non vivacchiare che ci ha fatto riflettere su come di fronte al successo le persone reagiscono in modo diverso. Ad esempio il ciclista Marco Pandani, vincitore del giro d'Italia e del Tours de France nel 1998, è stato accusato di doping ingiustamente nel 1999 e da quel momento la sua carriera è stata distrutta dal giornalismo cinico. Pantani non si è più rialzato ed è morto solo, non trovando la forza per reagire a questa ingiustizia. Diego Armando Maradona, un altro esempio presentatoci, è stato forse il più grande calciatore di tutti i tempi, ma il suo successo ho ha portato ad avere una vita di eccessi. A Napoli era considerato un dio ed è entrato in un cerchio di falsi amici che lo hanno allontanato dalla famiglia e dai sani affetti fino a morire da solo. Tutti hanno pianto Maradona campione, non il Diego uomo fragile desideroso di uno sguardo buono per sé. E ancora, Harrison Butker vincitore per ben due volte del Super Bowl in America. Riscoprendo la fede cattolica nei sacramenti, ha usato il successo per diffondere la verità di Cristo. Spesso parla contro l'aborto e l'utero in affitto e questo gli ha creato problemi a livello personale, ma lui ha continuato senza paura a diffondere le idee cristiane. Shia Lebeouf, attore famoso della serie Transformers, divo di Hollywood, il pubblico lo esaltava ma a casa si sentiva solo. Quando la fidanzata lo accusa di violenza sessuale e gli distrugge la carriera, cade nell'alcool e pensa al suicidio. Riscopre la fede attraverso un gruppo di sostegno per alcolisti e la sua conversione si compie in seguito al film su Padre Pio, a cui partecipa come protagonista. In Cristo trova la risposta alla sua vita a differenza di Pantani che non si è rialzato dalla caduta. Jim Caviezel, diventato famoso per il film The Passion dove interpretava Cristo, desidera essere portavoce degli insegnamenti della fede cattolica. Anche Jim usa la sua popolarità per diffondere i principi cristiani. È considerato un attore libero dal sistema di successo di Hollywood, infatti va controcorrente rispetto a quello che il mondo propone. Nelle sue conferenze sollecita le persone a fare ciò che è secondo la morale e la volontà di Dio, senza avere paura di dire ciò che si pensa, di essere uomini liberi ovvero non facendo ciò che ci piace, ma facendo ciò che è giusto. Con questo incontro non abbiamo voluto giudicare la persona, ma capire come essa di fronte al successo ha saputo rispondere, o schiava o libera vivendo secondo la volontà e la Verità di Dio. Abbiamo capito che di fronte al successo o semplicemente agli eventi che accadono nella nostra vita, è importante non rimanere soli. La solitudine porta alla disperazione, l'aiuto dei buoni amici dà una svolta alla nostra vita e ci porta a trovare la gioia in Cristo. Ringraziamo i ragazzi della redazione Vivere per l'ottimo lavoro svolto.

Mario Vagnoni

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