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XXI Chesterton – festeggiamo il compleanno del Nostro Eroe




Sabato 22 giugno, presso il Centro Educativo “La Contea”, si è svolto il XXI Chesterton Day organizzato dalla Società Chestertoniana Italiana con l’intento di festeggiare il compleanno del celebre scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton.

La serata si è aperta con un bellissimo laboratorio artistico per bambini su san Giacomo della Marca; a seguire si è tenuta la presentazione del foto-romanzo dei bambini della Compagnia dei Tipi Loschi del beato Pier Giorgio Frassati, proprio su san Giacomo. Una bellissima occasione, per grandi e soprattutto piccini, per comprendere l’importanza di un grande santo che ha fatto tanto del bene per la sua gente.

Successivamente sono interventi Annalisa Teggi, fra Roberto Brunelli e Angelo Bottone. I loro frizzanti interventi hanno risposto alla profonda domanda: "Cosa ha cambiato nella tua vita Chesterton e cosa ha cambiato nella vita delle persone a cui l'hai fatto conoscere?".

Ecco qui di seguito due testimonianze sulla serata:

 

Ieri abbiamo invitato mamma e papà in Contea per presentare la nostra storia di San Giacomo della Marca che abbiamo raccontato in un libro con tante foto.

Mi sono divertito molto a fare le foto con i miei amici anche perché ero io san Giacomo.

L'episodio che mi ha colpito di più della sua vita è stato quello in cui il santo stava per essere ucciso da un assassino, ma la voce della Madonnina gli disse: "Perché vuoi uccidere il mio servo?", e l'assassino svenne dalla paura.

Pier Giorgio, 8 anni

 

Nella serata di ieri, sabato 22 giugno, si è svolto il XXI Chesterton Day. Questo è stato un appuntamento particolarmente importante, in quanto teso a celebrare un compleanno speciale: quello, appunto, di Gilbert Keith Chesterton, a 150 anni dalla sua nascita! La frase scelta per questa edizione della Festa è stata tratta proprio da un testo su Dickens del nostro autore; essa recita: "Siamo tutti sotto l'esuberante imperio di Fede, Speranza e Carità".

Oltre al "mattatore" della serata, nonché presidente della Società Chestertoniana Italiana, Marco Sermarini, sono intervenuti vari esperti del pensiero e della vita dello scrittore inglese, ciascuno dei quali ci ha presentato un aspetto particolare di come, da vicino, ha conosciuto ed iniziato ad amare le opere e la filosofia di vita di Chesterton.

La domanda di fondo della serata, proposta da Marco, è stata: "Cosa ha cambiato nella tua vita Chesterton e cosa ha cambiato nella vita delle persone a cui l'hai fatto conoscere?".

Tutti i relatori hanno risposto in maniera sincera e appassionata. Il primo è stato padre Spencer, un sacerdote di Minneapolis in collegamento, che ci ha fatto conoscere la Chesterton Accademy americana, qualche annetto fa ormai. Della sua risposta mi ha colpito la sua profonda gratitudine nei confronti dello scrittore inglese, gli ha cambiato molto la vita che porta avanti insieme alla sua comunità come una missione. È sempre connesso con la rete delle Scuole Chesterton, di cui fa parte anche il Sierra Leone Chesterton Center del nostro amico John Kanu! Siamo proprio figlioli di Chesterton, ha concluso padre Spencer.

La carrellata è poi proseguita con gli altri relatori presenti sul palco. Non posso raccontarvi tutto per filo e per segno, per ragioni di spazio! Mi limiterò a riportarvi ciò che più mi ha colpito dei loro interventi.

Annalisa Teggi ha fornito la sua risposta alla domanda: chi conosce Chesterton deve "spingerlo", cioè diffonderlo il più possibile ai suoi amici; non sai la piccola favilla che incendio può generare! A lei è giunto grazie alla proposta di tradurre la "Ballata del Cavallo Bianco", e da lì le si è aperto un mondo. Egli è uno scrittore che funziona a rovescio rispetto agli altri: non vuole fan intellettuali, ma gli interessa cosa capiterà a te domattina, cosa ti capiterà da quando hai incontrato la sua voce. Se guardi le nuvole e pensi a lui, dopo aver letto anche una riga, sei a posto. Uno dei motivi per cui ringrazia Chesterton è di essere stato un padre per lei, in quanto con il padre biologico ha avuto un rapporto non facile.

È stata poi la volta di Padre Brunelli, sacerdote francescano e "chestertoniano", per sua stessa ammissione! Ha intrattenuto il pubblico con il suo esilarante racconto delle avventure che lo hanno portato a ristampare "Ortodossia", andando ad esempio a fare ricerche sul campo per capire da quanti anni era morto il precedente traduttore! Nel corso della serata, padre Brunelli ci ha fatto anche gustare alcuni racconti chestertoniani letti direttamente da lui.

Fabio Trevisan, intervenendo telefonicamente, ci ha raccontato della sua passione per il pensiero dello scrittore, tanto da averne una gigantografia in fondo al letto! Ci ha inoltre ringraziato per la realizzazione annuale del Concorso Chesterton, finalizzato a far conoscere le sue opere anche ai più piccoli, diffondendo il bando nelle scuole.

Infine Angelo Bottone, professore di filosofia al Trinity College di Dublino, ci ha raccontato di aver conosciuto Chesterton tramite suo padre, il quale leggeva un settimanale che pubblicava volumetti, tra cui "L'uomo che fu giovedì". Chesterton si esprime bene attraverso aforismi, frasi concise cariche di significato, che fanno pensare. In questo senso ha cambiato la sua vita, ci racconta Bottone: la cultura dominante, soprattutto la filosofia odierna, dicono che tutto è impegnativo, quasi drammatico; invece Chesterton è un filosofo che ride! Fa stare contenti, fa capire che una soluzione c'è sempre.

Per concludere, ognuno dei relatori ci ha lasciato dei consigli, come ad esempio: -leggere Chesterton in inglese, per gustare appieno ogni sfumatura terminologica;

-trattare le sue opere come una miniera, si continua a scavare perché lì si trovano tesori;

-scegliere il genere chestertoniano che più ci è congeniale, tra poesia, narrativa, saggistica, racconti: ce n'è per tutti i gusti!

A noi non resta che seguire questi preziosi consigli.

Cristina Pavone

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